PRESTA L'UTERO ALLA FIGLIA AFFETTA DA TUMORE E FA NASCERE LA NIPOTE_CLICCA LA FOTO E LEGGI!!


Storia di una gravidanza particolare Il termine utero in affitto ha un’accezione piuttosto particolare per molti negativa, perché sembra implicare necessariamente un compenso economico, quindi soprattutto per la storia che vi raccontiamo oggi parleremo di utero in prestito. Stiamo parlando di Cindy Reutzel di 53 anni che ha messo al mondo 8 giorni fa Elle, la sua nipotina, avendo prestato il proprio utero alla figlia Emily, che due anni or sono aveva subito un’isterectomia radicale a causa di un cancro alla cervice uterina, scoperto al principio di una gravidanza che aveva dovuto interrompere per curarsi. Un sogno spezzato a metà che però si è potuto risolvere grazie alla prevenzione: alcuni ovuli della giovane donna erano stati prelevati prima dell’operazione, fecondati in vitro con lo sperma del marito, e poi impiantati in nonna Cindy. I fatti sono avvenuti in Illinois. Gli ovuli crioconservati in caso di tumore Conservare gli ovuli delle donne affette da tumore è una pratica comune che si sta sviluppando anche in Italia, soprattutto in relazione alla sterilità provocata dalla chemioterapia. Una volta guarite dal tumore, le giovani donne possono sottoporsi alla fecondazione assistita. Ma non in caso di isterectomia: l’utero in affitto o in prestito che sia da noi è vietato. E come per la fecondazione eterologa, chi lo ha praticato è andato all’estero. Un problema etico? E cosa c’è di immorale nel gesto di Cindy? Non è un puro atto d’amore? Meglio adottare un bimbo in orfanotrofio? Permettere casi del genere aprirebbe la strada a mercificazioni dell’utero? Tutte ipotesi concrete che aprono l’ennesimo dibattito sull’opportunità o meno di queste pratiche. Ognuno ha la sua rispettabile opinione. L’importante è poter scegliere, non credete?

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